INTERNO
CHIESA DI FONTANELLE (PR)
- Sant'Antonio
Abate Il
protettore del patrimonio zootecnico della Bassa pare si fosse
comportato assai bene in occasione di gravi epidemie d'afta epizootica
tra il 1862 e il 1914. Aveva perciò conosciuto tempi assai felici e
aveva visto centinaia di candeline ardere ogni giorno davanti a sè.
Poi, via via che le iniezioni anti afta prendevano piede, le candeline
erano diminuite e ora il povero Sant'Antonio doveva accontentarsi
della misera lampadina da dieci candele che Don Camillo aveva fatto
sistemare davanti alla nicchia, mascherandola dentro una vecchia
lampada a olio. (Don Camillo e i giovani d'oggi pag. 22)
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INTERNO
CHIESA DI FONTANELLE (PR)
- IL
BATTESIMO "Non dire stupidaggini, Don Camillo!"
rispose seccato il Cristo. Se fossero senza Dio non verrebbero qui a
far battezzare i figli. Se la moglie di Peppone ti avesse rifilato una
sberla, te la saresti guadagnata." "Se la moglie di Peppone
mi dava una sberla, io li prendevo tutt'e tre per il collo e
(.....)" "E?" domandò severo Gesù. Don Camillo pag.
41 (SUPERBUR)
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INTERNO
CHIESA DI FONTANELLE (PR) -
S.
GIUSEPPE
- A
distanza di anni e annorum, gli altri ripresero l'idea del Cristo
lavoratore e, con l'aiuto di San Giuseppe artigiano, fecero il colpo
magistrale del primo Maggio festa dei lavoratori cattolici. La vicenda
conclusiva della nostra storia d'amoree di politica militante avvenne
esattamente la prima volta che, nella piazza, si celebrava
simultaneamente, da parte rossa e da parte bianca, la doppia festa del
lavoro. (L'anno di Don Camillo) pag. 179
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INTERNO
CHIESA DI FONTANELLE (PR)
- IL
CERO
-Accendetelo davanti alla
immagine della Madonna- disse il vecchio Alcibiade a Don Camillo.-
Quando si va in tribunale, ci vuole sempre l'aiuto della Madonna anche
se si ha ragione in pieno. Anzi, proprio chi ha ragione sembra il più
incerto e impappinato perchè la verità spesso è così semplice ed
elementare che pare incredibile. (Il decimo clandestino pag. 42)
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INTERNO
CHIESA DI FONTANELLE
(PR)
- LA MADONNA -
"Diteglielo!" ordinò
con voce dura Peppone. Allora Don Camillo si inginocchiò, e sottovoce
disse alla Madonna che quelle cinque grosse candele gliele offriva
Peppone perchè aiutasse il suo bambino che stava male. Quando si
rialzò, Peppone era scomparso. Passando davanti all'altare maggiore,
Don Camillo si segnò rapidamente e tentò di sgattaiolare via,...
(Don
Camillo pag. 312 SUPERBUR
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INTERNO
SAN GENESIO S.SECONDO (PR)
- PECCATO
CONFESSATO
- Peppone
che veniva a confessarsi era un avvenimento da far rimanere a bocca
aperta. Don Camillo si conpiaque. "Dio sia con te, fratello: con
te che più d'ogni altro hai bisogno della sua Santa benedizione. E da
molto tempo che non ti confessi?" "Dal 1908" rispose
Peppone.
(Don Camillo pag.37 SUPERBUR)
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SANTUARIO
GESU' ADOLESCENTE -DIOLO DI SORAGNA- (PR)
Edificio
maestoso, a 3 navate, dotato di numerose guglie e archi rampanti,che
richiamano, seppure in senso lato , l'immagine del Duomo di Milano.
- La
Madonnina di Milano è un'altra cosa,- rispose a uno dei pezzi grossi
a Don Camillo........Quale innamorato delle cose artistiche si sarebbe
mosso per recarsi in un remoto paese della Bassa a guardarsi, dalla
piazza, una statua ficcata in cima a un campanile?
(Don
Camillo e il suo gregge pag.112-113)
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MADONNA
ANNO 1993 PARIGI FRANCIA -
La Madonna Nera di Grestochowa
è - dicono- la più artistica Madonna del mondo, essendo stata
ritratta sul vero da San Luca, vent'anni dopo la morte di Cristo,
utilizzando il legno della stessa tavola sulla quale Maria si chinò
nel pianto quando le fu crocifisso il Figliolo. Questa tavoletta ha
una storia molto interessante perchè rimase 320 anni a Gerusalemme,
400 a Costantinopoli, 400 in Ungheria, e si trova da 770 anni a
Grestochowa; (Diario
Clandestino pag. 15) |
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MADONNA
DELLE SPINE GRAMIGNAZZO
SISSA (PR) - IL
FRATICELLO -Bisognava aver fede nella Divina Provvidenza,-
mormorò il frate.- Con la violenza si ottiene soltanto altra
violenza. il male non lo si guarisce col male. Per avere del bene,
bisogna fare del bene.(....) Nel ritornare verso la chiavica vecchia,
poco prima di sfociare sull'argine, notò uno stradello che si
inoltrava tra i campi verso Torricella.(........) C'è un convento tra
Torricella e Gabiolò. Dovevo pensarci!
(Don Camillo e il suo gregge pag. 428-430
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INTERNO
CHIESA DI FONTANELLE (PR)
- S.MARTINO
-
Carità cristiana non significa dare
il superfluo al bisognoso, ma dividere il necessario col bisogno. San
Martino divise il suo mantello col poverello che tremava per il
freddo: questa è carità cristiana. E anche quando dividi il tuo
unico pane con l'affamato, tu non devi gettarglielo come si getta un
osso a un cane. (Don Camillo e
il suo gregge pag. 27)
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INTERNO
CHIESA DI FONTANELLE (PR)
- FAVOLA
DI SANTA LUCIA - Cesarino
si alzò e, prima ancora di lavarsi, prese il lapis blù e cancellò
sul calendario un altro giorno. Ne rimanevano ancora tre che poi erano
due in quanto il terzo era quello famoso. Mentre si lavava con l'acqua
gelata, Cesarino d'improvviso ebbe un pensiero:"e la
crusca?". Era una cosa importante, ma risultava anche logico che
non ci avesse pensato perchè, fino all'anno prima, tutto si era
svolto laggiù, al paese dove, per trovare della crusca, bastava
allungare una mano. (Don
Camillo e il suo gregge pag. 417) |
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GIALLO
E ROSA - Si era ormai sotto Natale e bisognava tirar fuori d'urgenza
dalla cassetta le statuette del presepe, ripulirle, ritoccarle col
colore, riparare le ammaccature. Ed era già tardi, ma Don Camillo
stava ancora lavorando in canonica. Sentì bussare alla finestra e,
poco dopo, andò ad aprire perchè si trattava di Peppone. Peppone
si sedette mentre Don Camillo riprendeva le sue faccende, e tutt'e due
tacquero per un bel pò. "Vecchio Dio!", esaclamò ad un
tratto Peppone con rabbia. "Non avevi altro posto che venire in
canonica a bestemmiare?", si informò calmo Don Camillo.
"Non potevi bestemmiare mentre eri in sede".
"Non si può più neanche bestemmiare, in sede!",
borbottò Peppone. (Don Camillo pag. 321-322)
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INTENO
CHIESA DI FONTANELLE (PR)
- I
VECCHI PARROCI HANNO LE OSSA DURE - Peppone
fece un balzo sulla sedia:"Lei è matto, reverendo! Quel Cristo
è un'opera d'arte che appartiene al paese e rimarrà in paese".
Don Camillo spalancò le braccia: "La capisco, signor sindaco.
Disgraziatamente io ancora non dipendo dal suo Partito ma dal mio
vescovo. Pertanto dovrò consegnare al segretario del vescovo il
crocefisso e l'altare. (Don
Camillo e i giovani d'oggi pag. 108) |
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