Cronologia
della Guerra di Spagna 3 novembre 1936 I volontari italiani, della
Repubblica di San Marino e del Canton Ticino sono inquadrati nel battaglione
"Garibaldi", agli ordini di Randolfo Pacciardi, con Antonio Roasio
e Amedeo Azzi commissari politici. Le quattro compagnie prendono i nomi di:
Louis de Bosis, Mario Angeloni, Gastone Sozzi e Fernando De Rosa.
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Elementi nuovi di mentalità politica emergono soprattutto dalla figura di Amedeo Azzi, direttore dei cantieri della cooperativa «L'Emancipation» e uno dei più attivi tra i giovani dirigenti «Tolosani». Nato a Roccabianca il 25 settembre 1900, entrò giovanissimo negli uffici della cooperativa di Fontanelle come impiegato. Dopo essere stato segretario della Federazione giovanile socialista nel 1919 e dopo un'esperienza nelle «guardie rosse», divenne segretario della Federazione contadini aderente alla Camera del lavoro Unitaria, indi dirigente sindacale nella Federazione edilizia che faceva capo alla Camera confederale del lavoro di Brescia. Durante le aggressioni fasciste del 1921-22, Azzi fu a Fontanelle per «difendere (...) il patrimonio delle organizzazioni»82. Emigrato in Francia nel febbraio 1923, si stabilì prima a Viroflay, nella banlieu parigina, poi a Moissac nell'Alta Garonna, dove viene assunto dall'Unione
delle cooperative come capo cantiere a Issy-lesMoulineaux. Faceva parte della seconda generazione dei riformisti/cooperatori, quelli che, pur continuando a identificarsi nei «pionieri», Prampolini, Salsi e Faraboli, fu profondamente segnata, dagli eventi del dopoguerra: il socialismo sovietico, il fascismo, 1'autodifesa proletaria e 1'esilio. Tutto ciò rese Azzi particolarmente attento alle vicende politiche e lo portò a concepire, in quella determinata situazione, 1'istituzione cooperativistica anche come mezzo per finanziare la lotta antifascista, concezione che ebbe il suo momento più alto e drammatico durante la guerra di Spagna. |
Con Amecteo Azzi.
direttore dei cantieri de l,' Emancipation, sono Armando Sanesi (a
sinistra) detto " il fiorentino", nato a la Lastra (Firenzee) nel l878, ed
Ernesto Gazzo detto «il milanese», nato a Vigevano nel 1891.
Questi ultimi erano impiegati presso l'Unione delle Cooperati ve a
Parigi. |
Elenco di fuoriusciti italiani in Francia ricercati dalla polizia
fascista. Tra i principali esponenti dell'antifascismo figurano anche
Bertoluzzi e Faraboli. |
Enrico
Bertoluzzi, apparteneva alla stessa generazioni di Azzi e pur
occupando una posizione più «faraboliana» si differenziò
anch'esso dall'anziano patriarca proprio sulle questioni politiche.
In esilio venne raggiunto, nel Tolosano, dal cugino Paolo, nato I'8
aprile 1885 già sindaco di Roccabianca dal 1912 al 1922, e dai
fratelli Antonio, nato il 18 marzo 1909; Ferrante, nato il 4 marzo
1906; ed Enrico detto Ennio, nato il 7 febbraio 19I4 tutti legati
alla Federazione «Matteotti» ed alle cooperative socialiste. Anche
Enrico Bertoluzzi credette sempre più nella necessità di un
intervento deciso contro il regime di Mussolini, spostandosi dalle
posizioni attendiste del socialismo prampoliniano. Egli era convinto
che «non è possibile dare vita ad una vera e propria cooperazione
classista se debole è l'organizzazione operaia». Nel 1938, in una
situazione che sollecitava un nuovo atteggiamento verso i comunisti,
Bertoluzzi, a differenza di Faraboli, aderì pienamente alla linea
della collaborazione col Pci.
Ma già durante i primi anni trenta anche tra i «Tolosani» si
consolidò sempre più l'idea che il fascismo non sarebbe «passato
da solo» e che la soluzione «rivoluzionaria» fosse l'unico modo
per abbatterlo. La cooperazione come laboratorio della società
socialista lasciava temporaneamente il posto alla cooperazione come
sostegno all'azione politica ed alla lotta antifascista. Numerosi
documenti e testimonianze indicano «L' Emancipation», come
finanziatrice del movimento di Giustizia e Libertà e dei gruppi
socialisti combattenti nella guerra civile spagnola. Il ruolo ed il
prestigio del suo direttore Amedeo Azzi aumentò considerevolmente
all'interno della federazione, che si schierò su posizioni sempre
più «rivoluzionarie» e gielliste. Azzi auspicava già nel I93
«1'inizio di una intensa propaganda diretta a far
crescere una ribellione generale, abbattere il fascismo con la forza
e la violenza». A questo scopo, in un visione che una spia fascista
non esitava a definir «di un antifascismo violento e
terroristico», egli costituì addirittura un «fondo per I' entrata
in Roma», finanziato dalla cooperativa da lui diretta mente. |
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