A lui si rivolgevano, indistintamente, organizzati e disorganizzati, cittadini di qualsiasi partito residenti in Fontanelle ed altri, in gran numero, di molti paesi della bassa
parmense.A questo servizio si aggiungeva quello dell'asilo infantile laico, progettato già dal 1914 e finanziato dalla Casa dei socialisti per accogliervi i figli dei militari al
fronte.
Nella vendita dei generi alimentari gli spacci della Casa dei socialisti avevano adottato, fin dai primi mesi di guerra, una politica calmieratrice dei prezzi sui prodotti di primissima necessità: il latte si vendeva a 15 centesimi il litro, la farina a 35 il chilogrammo ed il pane a 52
centesimi. All'efficiente presenza della cooperazione di consumo, quasi occultata dall'ombra del quotidiano, il riformismo doveva molta parte della ripresa del consenso che gli consentì nel 1916 di riportare a Parma la sede della Camera confederale del lavoro e di riprendere la guida delle agitazioni bracciantili in tutta la bassa nella primavera dello stesso
anno.
I cooperatori fontanelliani, consapevoli del rilievo politico che il loro movimento andava acquistando, rivendicavano con orgoglio il primato di questa nuova corrente solidaristica in occasione della fusione tra la Casa dei socialisti e la cooperativa di consumo di
Roccabianca, avvenuto nel mese di gennaio: Mentre
la guerra tenta di scatenare gli odi tra i popoli, i lavoratori del nostro Comune stringono più fortemente i vincoli di solidarietà e di fratellanza che
li unisce [sic], formando delle loro tre Cooperative di Consumo [Fontanelle,
Ragazzola, Roccabianca ndr] un ente
unico.
La sottolineatura toccava anche gli aspetti della gestione aziendale, ritenendosi «un atto di sana e moderna cooperazione quello di coordinare, specie in
questi gravi momenti, 1'azione delle consorelle che hanno sede in uno stesso
Comune». Le cifre, del resto, davano una chiara conferma alla validità dell'indirizzo scelto dal momento che Mercè tale fusione si diceva nella relazione sindacale al bilancio 1915 -si è avuto, come primo risultato, un forte aumento nella vendita e un discreto guadagno, nonostante che le
nostre merci siano state vendute a prezzi modicissimi per venire in aiuto dei consumatori poveri.
A riprova del prestigio che ormai le istituzioni economiche fontanelliane avevano guadagnato nel settore di consumo, 1'amministrazione comunale affidava nel 1916 alla Casa dei socialisti 1'incarico di provvedere al servizio annonario per tutto il comune di
Roccabianca, impartendo così «una lezione all'ingordigia degli sfruttatori di ogni
risma».
La politica di unificazione tra società affini, che aveva dato risultati incoraggianti nel ramo di consumo, venne esperimentata parallelamente anche nell'ambito della cooperazione di lavoro. Nell'agosto 1915 infatti era sorta la nuova Unione cooperativa intercomunale dei terrazzieri, con sede in Fontanelle, che riuniva in un solo ente i cooperatori dei comuni di
Roccabianca, S.Secondo, Soragna e Busseto. Gli scopi sociali dichiarati nello statuto erano analoghi a quelli della cooperativa braccianti; in realtà, la cooperativa terrazzieri era stata costituita per coprire un preciso segmento, quello dei lavori pubblici di bonifica e arginatura, abbandonato
dalla consorella, completamente presa dall'esperienza delle affittanze agricole.
L'avvio della società intercomunale, alla quale avevano aderito 224 operai, fu tutt'altro che facile. Nel primo anno di vita riuscì ad ottenere discreti contratti per un importo complessivo di 139.778 lire dell'epoca ma già nella relazione sindacale al bilancio 1916 si lamentavano difficoltà, giacché la cooperativa «ha dovuto limitarsi, per mancanza di lavori pubblici, ad eseguire soltanto lavori in economia; e così avverrà anche quest'anno, in causa della guerra». La soluzione a questi problemi giunse, inattesa, con gli operai dell'Unione Cooperativa Carnica
che, sfollati a Roccabianca come profughi di guerra, avevano ottenuto una concessione prefettizia per il taglio dei boschi in terreni alluvionali lungo il Po. Accolti con «larga e fraterna
ospitalità» dai compagni di Fontanelle, i cooperatori carnici avevano trasmesso loro 1'esperienza tecnica del disboscamento ed avevano ceduto la concessione a favore della cooperativa terrazzieri, nel momento del loro ritorno a
Tolmezzo.
|