A simboleggiare il grado di unione e di potenza raggiunto, le tre cooperative trasferivano le rispettive
sedi e gli uffici dell'intera organizzazione nella villa
Maghenzani, la «Villa Rossa», sulla strada
provinciale.
Questa effervescenza di iniziative economiche ci restituisce una immagine, per quanto sfuocata, del clima d'attesa che pervadeva gli ambienti del movimento fontanelliano alle soglie della smobilitazione.
Nel corso degli anni di guerra la cooperazione fontanelliani aveva dimostrato di possedere eccezionali doti di tenuta e, soprattutto, una non comune capacità di elaborazione delle nuove strategie di impresa. Ora cominciava una fase diversa dove il progetto si sarebbe dovuto misurare con la realtà.
Il suo successo dipendeva in gran parte dagli esiti, tutt'ora incerti, che avrebbe avuto la questione delle affittanze collettive. Le antiche resistenze dei proprietari pubblici nel concedere i terreni incolti alle cooperative non erano state, infatti, ancora rimosse. Inoltre, i poderi che il movimento era riuscito ad ottenere in affitto, come pure quelli che si apprestava ad assumere, si trovavano generalmente in pessime condizioni e necessitavano di urgenti lavori che ripristinassero la capacità produttiva dei terreni. L'impianto di aziende agricole concepite modernamente era poi impensabile senza cospicui investimenti da destinare all'acquisto delle macchine, delle sementi e dei concimi. Il decollo delle affittanze agricole dipendeva adesso dalla possibilità o meno di accedere a nuove fonti di finanziamento che consentissero le necessarie immobilizzazioni tecniche.
I primi spiragli si aprirono proprio negli ultimi mesi di guerra con i decreti luogotenenziali emanati per assicurare con maggiore efficacia gli approvvigionamenti alimentari alla popolazione. Il 14 febbraio un primo decreto sulla mobilitazione agraria spianava la strada alle ordinanze prefettizie per espropriare i fondi incolti ed affidarli alle cooperative di braccianti. Due successive disposizioni di legge, il 18 aprile ed il 26 maggio, introducevano invece nuove facilitazioni di accesso ai crediti statali per le società cooperative operanti nell'ambito del servizio
annonario.
Già da un anno del resto I'Istituto Nazionale di Credito per la Cooperazione aveva aperto un suo ufficio a Parma con lo scopo di promuovere la formazione delle nuove cooperative e di favorire lo sviluppo di quelle già esistenti «mediante sovvenzioni garantite da privilegio sui prodotti e sui capitali vivi e
morti»'. Un altro segnale del vasto movimento di ristrutturazione inteso ad imprimere un indirizzo omogeneo all'intero comparto della cooperazione agricola giunse sul finire del
1917. Il 19 dicembre 1917 venne, infatti, costituita Lega1mente la Federazione fra
le Cooperative Agricoledella Provincia di Parma,
la quale... si prefigge soprattutto di procurare la formazione di nuove cooperative agricole, di assicurare alle società federate una larga base di credito... e stimolare
le cooperative per la via dell'industria agricola, con I'impianto di caseifici, di cantine, di fabbriche, di magazzini
sociali.
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Cominciando dall'estensione dei terreni delle affittanze, si può notare la crescita delle aree coltivate che passano dalle 251 biolche del 1917 alle 1323 del 1920, salendo infine a quota 1952 pari a 601 ettari nell'anno 1922. Nell'insieme erano compresi 12 fondi, due dei quali - il podere Torchio a Pieveottoville ed il fondo Giare a Roccabianca - erano stati acquistati dalla cooperativa nel 1919 e nel 1921.
La rete delle affittanze si estendeva su tre territori comunali: Roccabianca, S. Secondo e
Zibello.
La consistenza patrimoniale della società a partire dal 1918 aveva ricevuto un
incremento altrettanto impressionante (vedi grafico 4): il valore del bestiame era passato infatti dalle 332.400 lire del 1918
a quasi il doppio nell'anno successivo, impennandosi poi fino a superare la cifra di 1.500.000
lire nel 1921; notevole appariva anche la mole degli investimenti destinati al parco macchine che nel 1921 raggiungeva il valore di 527.148 lire, comprendendo 5 modernissime motoaratrici
Titan, 2 trebbiatrici, 2 sfogliatrici, 2 seminatrici, 2 segatrici e 4 aratri. Ancora più rapida è
I'impennata dell'indice dei terreni e fabbricati che, in seguito agli acquisti cui si è già fatto cenno, raggiunsero nel 1921 il valore complessivo di 2.450.000 (qualcosa come un miliardo di lire 1980).
L'analisi degli indicatori relativi alle attività tipiche della società, prodotti agricoli e produzione delle stalle, rivela invece un andamento alterno, sicuramente troppo incerto per garantire nel breve periodo dei ritorni produttivi proporzionati agli investimenti. Infatti, ai due picchi nella curva dei prodotti agricoli (1919 = 447.397 lire; 1922 = 440.687 lire) corrispondono due brusche cadute nella curva dei prodotti di stalla e, viceversa, 1'impennata di quest'ultima si verifica nel 1920 (157.7401ire) contemporaneamente al crollo della prima.
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